La festa carnevalesca raggiunse il massimo splendore nel XVI secolo,
nelle strade della Firenze di Lorenzo dei Medici, ed era caratterizzata da danze, lunghe sfilate di carri allegorici e costumi.
Lorenzo de’ Medici s'ispirava alla tradizione popolare
e buffonesca del carnevale, ingentilendone però i contenuti e la forma, rinnovando i metri e facendo comporre da musici nuove arie che accompagnassero i testi: i Canti Carnacialeschi.
Queste composizioni venivano cantate da compagnie di uomini mascherati, su carri addobbati, rappresentanti il trionfo di divinità pagane o di virtù allegoriche o delle arti (corporazioni).
Altri temi comuni: l'esaltazione della vita gioiosa e del diletto sensuale, il motivo della bellezza fuggitiva, l'invito a godere la breve stagione della giovinezza.
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